Musica al lavoro – XV edizione

La rassegna di musica e parole “Musica al Lavoro” è un’occasione per riflettere, celebrare e ricordare una serie di tematiche che sono care a tutti coloro i quali hanno a cuore quegli argomenti di civiltà e di etica che sorreggono il nostro essere comunità.

Quale mezzo migliore della musica, del teatro, delle parole, spesso mescolate insieme, per ottenere il massimo del risultato possibile per l’arte: far riflettere su quello che siamo, quello che vorremmo essere e quello che possiamo essere.

Negli anni, sul multiforme palco della rassegna (che si tiene volutamente presso l’Auditorium Nelson Mandela per valorizzare uno spazio cittadino particolarmente adatto a questo tipo di performance), si sono alternati artisti ed intellettuali di rilevanza nazionale tra i quali menzioniamo Ascanio Celestini, Moni Ovadia, Franco Cerri, Bruno Lauzi, Bebo Storti, Ricky Gianco, Massimo Carlotto, Gian Antonio Stella, Lucia Vasini, Fabio Treves, Tiziana Ghiglioni, Gianni Basso, Stefano “Cisco” Bellotti, Mauro Ermanno Giovanardi, Daniele Biacchessi e molti altri.

Appuntamenti per ricordare momenti che durante l’anno segnano alcune ricorrenze civili (e civiche) care a tutti e destinate a far riflettere su tematiche di stringente attualità.

La rassegna, inoltre, non ha mai perso di vista quelle che sono le grandi e preziose risorse che il nostro territorio offre in termini di proposte artistiche, stimolando produzioni di artisti locali.

La quattordicesima edizione di Musica al Lavoro si è da poco conclusa. I risultati ottenuti sia in termini di riscontro di pubblico che di risonanza cittadina, ci inducono a pensare che il percorso intrapreso in questi anni di continua riflessione e di continuo cambiamento stiano andando nella direzione voluta: una rassegna che dia spazio ad energie culturali cittadine che si confrontano con realtà nazionali di più ampio respiro.

Programma

27/10/2018

Anteprima di Musica al Lavoro

ALBERTO BERTOLI

Presentazione del libro “Come un uomo” e set acustico

Inedito set acustico di Alberto Bertoli, figlio del grande Pierangelo e artista a tutto tondo: cantante con alle spalle migliaia di chilometri di tournée, logopedista professionista, direttore artistico e autore, insieme al giornalista emiliano Gabriele Maestri, del libro “Come un uomo”. Un libro di musica e parole, che indaga il fil rouge che unisce Pierangelo Bertoli, “cantastorie” e “artigiano della canzone” al repertorio che il figlio oggi ripropone.

In “Come un uomo” Alberto Bertoli, il rocker sassolese “con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”, si racconta all’amico e giornalista Gabriele Maestri. Un tour ricco di vite e di storia della musica italiana, che ci farà sentire le grandi emozioni del palco, dell’impegno sociale e della passione per la musica, che rimbalza potente da chi suona a chi ascolta. Alberto, ragazzo di Sassuolo classe 80, ci fa entrare nella mente creativa del cantautore e racconta dalle assi di un palcoscenico, sulle note di “Come un uomo”, da dove viene la forza dell’Emilia che ricostruisce la terra devastata dal terremoto nel 2012 e dall’alluvione del 2014.

“Io mi chiamo Bertoli, sposo quello che canto ed eseguo solo le canzoni di mio padre in cui credo, quelle che sento rappresentative anche del mio mondo. Con il tempo questa identificazione tra me e i brani scritti da mio padre è diventata sempre più chiara per tutti, per chi lavora con me e per il pubblico: il suo repertorio è diventato il mio repertorio. È così che il messaggio continua, senza spegnersi”.

30/11/2018

Strati della Cultura

LA MILANO DI ENZO JANNACCI

Un omaggio in chiave jazz alle canzoni di Enzo Jannacci dei primi anni ‘60

Il gruppo “La Milano di Enzo Jannacci” ricorda Vincenzo… cantautore, cabarettista, pianista, compositore, attore, sceneggiatore e, non per ultimo, medico.

Suonano, cantano, recitano i dischi d’esordio, alcuni dei suoi capolavori in dialetto, le sue storie ambientate a Milano che parlano dei diversi, degli ultimi, d’amore e di impegno per quelli che hanno più bisogno.

Il tutto con uno sguardo musicale che valorizza l’amore di Enzo per il jazz, con la traccia degli splendidi arrangiamenti che il figlio Paolo ha regalato al gruppo.

La scelta dei brani mette in rilievo sia la parte “comica” che quella malinconica, non indulge unicamente alla notorietà e ricerca le canzoni meno note, ma di grande valore. Musicisti professionisti e appassionati al progetto, con entusiasmo e modestia affrontano la grande Milano del maestro Jannacci.

Un’interpretazione del cantante efficace e personale, che non fa parodie del personaggio, lasciando all’attore la parte dei frizzi e lazzi tipici di Enzo.

Maurizio Guzzetti voce
Cantante con il gusto per la canzone italiana e popolare, ha alle spalle un’intensa esperienza nei locali milanesi e nelle feste di piazza. Dal 2000 indirizza il suo repertorio verso la tradizione della canzone milanese. Tra i suoi trascorsi progetti il “Teatro Canzone di Giorgio Gaber” e “L’omaggio a Luigi Tenco”.

Alessandro Torre voce narrante

Dario Fasci tastiere
Ha collaborato con gruppi di vario genere e partecipato a numerosi concerti in forma orchestrale, di gruppo e solista. Ha composto colonne sonore per spettacoli teatrali.

Giuseppe Bonifacio tromba
Trasferitosi dalla Basilicata, si diploma in tromba presso la Civica Scuola di Musica “Claudio Abbado” di Milano. Entra a far parte di varie band di vari generi come rock, pop, funky, swing e cantautorato.

Gabriele Pascale batteria
Collabora con formazioni jazz e musica d’autore da anni e attualmente in un trio jazz.

Maurizio Parola contrabbasso
Calca i palchi dagli anni ’70 suonando contrabbasso, basso elettrico e chitarra acustica, in formazioni di rock progressive e fusion. Attualmente collabora, oltre che con il progetto Jannacci, anche con il progetto “Noi se fossimo Gaber”. Partecipa agli arrangiamenti e alla registrazione di opere di cantautori esordienti.

17/01/2019

Nel segno di Faber

L’inCanto di Fabrizio

Omaggio a Fabrizio De Andrè

Una carrellata di canzoni del più importante cantautore italiano del secolo scorso, a partire dalle prime composizioni influenzate dagli chansonniers francesi per approdare ad atmosfere americane e poi mediterranee.

Liriche potenti e precise in un equilibrio perfetto di luci ed ombre, in questo trio di lunga esperienza.

Lorenzo Castelluccio voce

Gianpietro Marazza fisarmonica

Carlo Zerri piano

24/01/2019

in occasione della Giornata della Memoria

ENSEMBLE BARABAN

Il violino di Auschwitz 

Anche ad Auschwitz, Terezìn e Mauthausen si suonava, si cantava e si componeva musica. Di fronte alla sola prospettiva della morte i musicisti ebrei non rinunciavano alla loro passione, arrivando ad allestire orchestre, come ad Auschwitz, scrivendo note nelle condizioni più disperate, componendo ninna nanne da cantare ai bimbi ormai sulla porta della camera a gas, come la straordinaria Wiegala scritta da Ilse Weber morta, insieme al figlio Tommy, nell’ottobre 44 ad Auschwitz.

Nei lager nazisti la musica ebbe un ruolo di esaltazione dell’orrore e annientamento della dignità umana. Era continuamente suonata scandendo i ritmi dei prigionieri durante le marce verso i campi di lavoro, nelle adunate come durante le esecuzioni e per l’intrattenimento degli ufficiali. Eppure, per i detenuti fare musica significava ritrovare la dignità violata e, in molti casi, sopravvivere.

Ed è soprattutto grazie alla memoria dei sopravvissuti e dei testimoni che ci sono giunte molte di queste musiche, di queste storie.

 08/03/2019

in occasione della Giornata Internazionale della Donna

FOLIES ENSEMBLE

Formazione tutta al femminile formata da una cantante, due violiniste, una violista, una pianista fisarmonicista per un intrattenimento di classe e coinvolgente che prevede percorsi musicali che spaziano dal colto al popolare, dal sacro al profano. La passione che ha unito le musiciste è per il genere jazz e swing di cui propongono musiche degli anni 40 e 50. L’ensemble propone inoltre progetti musicali di alto livello con brani arrangiati da compositori di fama nazionale da inserire in festival e rassegne.

Sabrina Sparti soprano

Veronica Moruzzi violino

Claudia Galvani viola

Paola Tezzon violino

Mariangela Tandoi pianoforte e fisarmonica

18/04/2019

per la Festa della Liberazione

STORIE DI RESISTENZA

Cochi Ponzoni voce recitante

Nicola Pisani sax soprano

Dino Massa pianoforte

Luca Garlaschelli contrabbasso

Cochi Ponzoni racconta la storia di alcuni partigiani illustri: Sandro Pertini, Giovanni Pesce, Irma Bandiera, Nuto Revelli.

Partigiani il cui valore e coraggio hanno segnato la grande storia della lotta di liberazione in Italia.

Cochi Ponzoni – Nel 1962 nasce il sodalizio artistico con Renato Pozzetto.
Cochi impara da Giorgio Gaber a suonare la chitarra. Il primo impiego stabile del duo è al “Cab64”, che apre nel 1964. Il duo ha successo e viene notato da Enzo Jannacci. Grazie all’amicizia con Jannacci, co-autore di molte delle loro canzoni, Cochi e Renato si dedicheranno anche alla musica, producendo in sala d’incisione le loro canzoni più famose.

Nel 1965 il duo approda sul palcoscenico del celebre Derby. Negli anni seguenti diventeranno i campioni di una comicità stralunata e surreale, fatta di una poetica povertà di mezzi, gag fulminee, esasperanti monologhi nonsense, canzoncine dai contenuti grotteschi (celebri sono Canzone Intelligente, La gallina, Libe-Libe-Là, Nebbia in Val Padana e soprattutto E la vita, la vita) e scenette divertenti (come quelle del maestro e dell’alunno, che terminavano sempre con lo stesso giudizio: «Bene, bravo, 7+»).

Dopo l’esordio televisivo in Quelli della domenica nel 1968, sono in TV anche l’anno seguente con È domenica, ma senza impegno (1969). Nel 1973 conducono un programma tutto loro: Il poeta e il contadino – l’incontro che non doveva avvenire. Nel 1974 portano al successo la canzone più conosciuta del loro repertorio, E la vita, la vita (scritta, come le altre, insieme con Enzo Jannacci) e appaiono in Canzonissima. Un anno dopo il duo “Cochi e Renato” si scioglie: ognuno decide di fare la propria strada.

Cochi decide di fare teatro e si trasferisce da Milano a Roma. Proprio in uno spettacolo teatrale lo nota il regista Alberto Lattuada, che lo vuole con sé nel 1976 per il suo film Cuore di cane (protagonista Max von Sydow).

Condividi: